Immagina di entrare in una valle stretta e accompagnata dal rumore sordo dell’acqua che scende, e di alzare lo sguardo rimanendo impressionato dall’ imponenza della Moiazza e della Torre Trieste davanti a te. Queste incredibili montagne, meta prediletta dei climbers, sembrano quasi essere poste a custodia di questa valle magica.
Partiamo da Capanna Trieste e imbocchiamo la facile mulattiera che si addentra nel bosco. Senza parlare, per “rompere il fiato” e poter così salire senza fatica, ascoltiamo i suoni del bosco, con il vento che scuote le foglie e gli uccellini che cinguettano. Dopo questo rigenerante tratto iniziale, la vista si apre davanti a noi e intravediamo subito le incredibili cime rocciose. Attraversiamo il fiume Corpassa grazie ad un ponticello metallico e iniziamo a salire lungo la mulattiera che sale serpeggiante fra gli arbusti di pino mugo. Il pino mugo è una pianta preziosa, le cui pigne vengono raccolte in estate per produrre uno speciale scroppo toccasana per tutti i mali invernali, nonché per fare la famosa grappa che potrete assaggiare poi al rifugio Vazzoler o al rifugio Capanna Trieste. Ad un tratto la salita si fa più lieve e ci addentriamo nel “Pian de le Taie”, dove possiamo rinfrescarci i piedi immergendoli nel fiume. In breve tempo, superato un tratto boschivo, appare il rifugio Vazzoler con il suo caratteristico tetto rosso. Dopo uno spuntino per riprenderci dalla fatica della salita, decidiamo di visitare il Giardino Botanico Antonio Segni, che si trova proprio al rifugio, per osservare da vicino la flora dolomitica. Per la discesa ripercorriamo la strada dell’andata: nonostante il percorso sia identico, la vista cambia totalmente: il panorama si apre e ci fa spaziare fino a Taibon Agordino e alla Valle di San Lucano … meta forse della nostra prossima escursione?
Photo credits: Heart of the Dolomites