Alba in Marmolada, la Regina delle Dolomiti

Poche cose in questo mondo possono svegliarmi prima delle 6 del mattino. Uragani, terremoti, un incendio e la promessa di una bellissima alba in montagna sono le uniche cose che possono farmi abbandonare il calore del mio letto. Quando mi hanno parlato dell’alba dalla cima delle Dolomiti, sapevo che non me la sarei persa per nulla al mondo.

Era ancora buio pesto quando la mia sveglia ha iniziato a suonare alle 5 del mattino. Ho combattuto la fatica e ho indossato quanti più strati di lana merino possibili. Non temevo il freddo perché sapevo che ne sarebbe valsa la pena.

In inverno c’è un’esperienza unica offerta in Agordino, nelle Dolomiti bellunesi del Veneto, il Cuore delle Dolomiti. In alcune date prestabilite, avrai la possibilità di prendere la funivia fino alla cima della Marmolada, la vetta più alta delle Dolomiti, per goderti l’alba da 3.265 metri mentre le valli sottostanti si svegliano lentamente dal loro sonno invernale. Attenzione, le prenotazioni sono necessarie tra gennaio e febbraio!

La mattinata è iniziata con alcuni caffè, ovviamente. Una volta assunta l’opportuna dose di caffeina, abbiamo cominciato il nostro viaggio dalla prima delle tre funivie. Ad ogni metro di quota, l’aria diventava più sottile e più fredda. Il crepuscolo aveva iniziato a scomparire e il cielo era azzurro. Sapevo che di lì a poco una sorpresa mi attendeva.

La funivia della Marmolada è di per sé un’impresa impressionante ed è perfetta per i visitatori che non vogliono sciare o fare snowboard ma vogliono comunque godersi la vista dall’alto. La funivia è composta da tre segmenti che collegano Malga Ciapèla (a 1.450 m), il Coston d’Antermoja (2.350 m) e Serauta (2.950 m) prima di dirigersi verso la stazione più alta di Punta Rocca (3.265 m).

La storia è forte in questa parte delle Dolomiti. Durante la Prima Guerra Mondiale il confine tra Italia e l’Impero Austro-Ungarico attraversava la Marmolada, rendendola la prima linea per i combattimenti nella regione. I soldati hanno vissuto per anni in profondi tunnel all’interno del ghiacciaio. Fu allora che nacque qui il sistema delle vie ferrate.

La funivia saliva sempre più in alto e mentre le temperature scendevano a -20°C all’esterno, ero immensamente grata per tutti gli abiti pesanti che avevo indossato. L’aria era così fredda che ho potuto esporre le dita solo per un minuto o due prima che diventassero completamente insensibili. Il mio respiro caldo si è congelato all’istante sui miei capelli creando un anello di ghiaccioli intorno al mio viso.

Nonostante il freddo, ho adorato questo profondo momento. Quell’aria fredda e gelida può essere dura, certo, ma c’è anche tanta bellezza. La neve brillava e il mondo sembrava essersi congelato nelle pieghe del tempo, quasi come se fossimo dentro un globo di neve che stava per essere scosso.

Le tonalità blu nel frattempo sono diventate sempre più chiare e poi abbiamo visto la nostra prima macchia di colore. All’inizio era sottile, poi una rapida esplosione silenziosa di colore ha riempito l’aria, allungandosi all’orizzonte.

In quel momento, guardando il mondo svegliarsi dalla cima della Regina delle Dolomiti che mi sono innamorata dell’Agordino. Che luogo impressionante! Ho davvero sentito la sua immensità ed il privilegio di averlo vissuto in un momento così meraviglioso della giornata.

E per poi essere ricompensata con prelibatezze e torte o lanciarmi con il mio snowboard?

Che giornata ragazzi!

 

Photo credits: Liz Carlson

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