Tutto scritto nel destino.
Ai piedi della Marmolada, la Regina delle Dolomiti, una storia di amore e non solo.
Due ragazzi: Jacopo nato vicino al mare, Manuela invece tra le montagne. Una cartomante che legge il futuro.
Potrebbe sembrare un film, ma è solamente la storia di un successo imprenditoriale che ha come ingredienti amore, famiglia e passione per il proprio lavoro.
Baita Dovich è oggi un esempio per l’Agordino, una proposta di accoglienza turistica di qualità con un servizio di ristorazione che non teme confronti.
Baita Dovich era una baita tradizionale che, dal 1965, serviva il classico cibo di montagna. Un locale semplice e sincero, gestito dagli zii e dai cugini di Manuela, una giovane ragazza di Rocca Pietore, che non sapeva ancora dove il destino l’avrebbe portata.
Nel 1991 arriva il primo cambiamento: il papà di Manuela avvia dei lavori di ristrutturazione e Baita Dovich si amplia diventando anche hotel. Un progetto, sempre a conduzione familiare, nel quale Manuela porta la sua freschezza e, insieme alla sorella, inizia a dare il proprio contributo in cucina.
Nel frattempo, Jacopo, un giovane ragazzo del Lido di Venezia, muoveva i primi passi nel mondo del lavoro, tra stagioni in alta montagna e il mare.
Ma tutto era già deciso.
“E pensare che dopo una prima stagione trascorsa da solo nel 2001 a Baita Dovich, l’anno successivo Jacopo era tornato con la ragazza di allora. Lui aiuto chef, lei cameriera. Conoscevo già suo papà, perché originario di Bramezza, un bellissimo borgo qui vicino”, sorride raccontandolo oggi Manuela.
Fatalità del caso, proprio quell’anno Manuela, per gioco, si fa leggere le carte da una signora del posto “Cara, vedo nel tuo futuro accanto a te una persona in divisa”. Un poliziotto? Un pilota? “No, potrebbe essere una divisa da cuoco”.
Manuela ancora oggi scherza su questo episodio ma, sotto sotto, qualche dubbio ancora c’è: che il destino fosse già scritto?
Infatti nel 2007 Manuela e Jacopo si sposano e, anni dopo, la famiglia si allarga con Leonardo.
Oggi Manuela si dedica agli ospiti tra l’hotel e la sala, mentre Jacopo è uno chef molto conosciuto in zona.
“Per noi di Baita Dovich la cucina è accoglienza, tradizione, ma anche modello di impresa e visione del mondo, consapevolezza delle sfide del nostro tempo ma anche di cosa può darci il futuro.
Provengo da una famiglia tradizionale e, proprio grazie ai miei genitori, fin da piccolo ho imparato presto a capire il significato del rispetto e della tradizione. Ancora oggi ho in mente sia i profumi che da piccolo sentivo giungere dalla cucina sia le mie prime esperienze davanti ai fornelli. Un ricordo che ha lasciato un segno indelebile in me: prima di iniziare a cucinare c’è il rispetto per il nostro ospite”.
Baita Dovich negli anni però non si è mai fermata, anzi, oggi, ancor più di ieri, lancia una sfida che va al di là del settore della ristorazione, promuovendo un modello di business diversificato ma al tempo stesso coordinato tra l’alta ristorazione e hotellerie.
«Dopo la pandemia – spiega Manuela – ci troveremo a confrontarci con un nuovo modello di turismo. Chi verrà in montagna sarà alla ricerca di una esperienza significativa, da vivere e da raccontare. Un turista che privilegerà un soggiorno in un hotel con una spiccata personalità. Non quindi grandi strutture ma piccole realtà come la nostra che, dando una proposta di valore importante e dedicandosi in prima persona al cliente, porteranno il viaggiatore a vivere il territorio, le comunità, ed a connettersi con la bellezza dei nostri luoghi».
Baita Dovich sta investendo molto nel wellness ed in una proposta di marketing esperienziale, per far leva sulla sfera emotiva dell’ospite.
«Abbiamo deciso – ci raccontano insieme Jacopo e Manuela – di guardare al futuro. Non vogliamo essere un classico hotel con ristorante, ma una location dove i nostri clienti possano realmente trovare un luogo da vivere. Ma per fare tutto questo è necessario strutturarsi bene, in modo da essere al passo con i tempi e offrire un servizio di qualità in ogni aspetto. Ecco perché abbiamo deciso di lavorare con partner strategici, ponendo attenzione non solo al loro know-how ma anche alle persone stesse. Oggi siamo un team coeso che lavora insieme. E gli ospiti lo apprezzano e per noi è una grande soddisfazione.”